Filignano, un pittoresco comune incastonato nel cuore del Molise, si rivela come una destinazione di rara bellezza, un mosaico di dodici borghi disseminati lungo tre valli che offrono un viaggio affascinante tra paesaggi mozzafiato e tradizioni millenarie. La sua posizione è strategicamente vantaggiosa, fungendo da naturale porta d’accesso per i viaggiatori che giungono da grandi centri urbani come Napoli o Roma. Questa accessibilità, combinata con la reputazione del Molise come terra ancora in gran parte inesplorata e lontana dalla frenesia delle mete più battute, posiziona Filignano, e in particolare la sua frazione Contrada Selvone, come un luogo ideale per chi cerca un turismo consapevole e rigenerante. Non è solo una destinazione, ma un invito a scoprire un angolo d’Italia dove il tempo sembra rallentare, permettendo una connessione profonda con la natura incontaminata e le radici storiche di un territorio che attende di essere esplorato.
Selvone: dove la storia si fonde con la Natura
Contrada Selvone è un luogo dove la storia non è solo narrata, ma è palpabile in ogni elemento del paesaggio. Qui si erge la suggestiva Chiesa del SS. Crocifisso, un punto di riferimento spirituale che aggiunge un tocco di sacralità e profonda tradizione al panorama locale. Ma il vero incanto di Selvone risiede nelle sue testimonianze di un passato rurale e ingegnoso: i “pagliar”, antiche manifatture in pietra a secco, simili ai più noti “Thòlos” o ai nuraghi sardi. Queste capanne di forma tronco-conica, con volte mirabilmente intessute, sono disseminate tra i boschi, silenziose custodi di una tecnica costruttiva antichissima e di una vita pastorale che ha plasmato il territorio per millenni.
Il paesaggio stesso è un archivio vivente di attività umane secolari. Le “macere”, muriccioli in pietra costruiti fin dal Medioevo, non sono semplici confini, ma opere d’arte funzionali che hanno permesso di terrazzare intere montagne, recuperando i pendii alla coltivazione e svolgendo un’importante funzione di protezione idrogeologica. Accanto a queste, si possono scorgere tracce di fortificazioni medievali, quasi inghiottite dalla vegetazione, che si ergono verso il maestoso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Questa fusione tra costruzioni umane e ambiente naturale rivela come il territorio sia stato scolpito da millenni di lavoro, conservando in ogni strato visibile le impronte del passato. Persino la toponomastica, con nomi come “Selvone” e “Pantano” che circondano l’antico bosco allagato chiamato “Sbuzzaturo”, racconta una storia profonda e misteriosa del legame indissolubile tra l’uomo e la sua terra.
Un paradiso per gli amanti dell’avventura e della tranquillità
Contrada Selvone e l’area di Filignano offrono un vero santuario per chi desidera unire l’avventura all’immersione culturale. Una fitta rete di sentieri si snoda attraverso i boschi, invitando a escursioni indimenticabili nei Boschi delle Mainarde. Lungo questi percorsi, è possibile imbattersi in specie faunistiche rare come il Camoscio d’Abruzzo e il Lupo appenninico, immersi nella bellezza selvaggia del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Per gli appassionati delle due ruote, la “Mainarde Bike Race”, un evento annuale che si tiene a maggio, offre l’opportunità di esplorare il territorio in mountain bike.
Ciò che rende queste esplorazioni uniche è la presenza di numerose edicole votive, spesso adornate da raffinate maioliche di scuola napoletana, disseminate lungo le antiche vie vicinali. Questi elementi non sono semplici decorazioni, ma punti di devozione popolare che arricchiscono ogni passo con un senso di spiritualità e folklore locale. L’esperienza di camminare o pedalare non è quindi solo un’attività fisica, ma un viaggio attivo attraverso un paesaggio culturalmente ricco, dove ogni sentiero conduce alla scoperta di tradizioni, devozione e antichi modi di vivere. Questo approccio al turismo, che privilegia l’esperienza autentica e la tranquillità, si allontana dal traffico e dallo stress cittadino, offrendo un rifugio per l’anima.