Il Molise, spesso descritto come il “cuore verde” d’Italia, si rivela un tesoro nascosto per chi cerca un’esperienza di viaggio autentica, lontana dalle folle del turismo di massa. In questo scenario di genuina bellezza, emerge Filignano, un pittoresco comune incastonato negli Appennini molisani, e al suo interno, la suggestiva contrada di Collemacchia. La sua posizione strategica lo rende una porta naturale per i viaggiatori provenienti da grandi città come Roma e Napoli, offrendo un accesso sorprendentemente facile a un angolo d’Italia dove il tempo sembra essersi fermato. Questo vantaggio geografico permette a Filignano di attrarre un pubblico più ampio, desideroso di scoprire esperienze genuine senza le complessità logistiche spesso associate a destinazioni meno battute. Un viaggio a Collemacchia e Filignano promette un’immersione profonda in un ricco mosaico di bellezze naturali, storia millenaria e tradizioni vivaci.

Un paesaggio da vivere: natura incontaminata e avventura nelle Mainarde

Filignano vanta una posizione privilegiata nel cuore del magnifico Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, estendendosi fino alle maestose pendici della Catena delle Mainarde. Qui, il paesaggio si dipinge di colori vividi, dalle fitte faggete secolari agli altopiani fioriti, specialmente in primavera, quando i verdi brillanti e i fiori selvatici creano scenari incantevoli. Questa straordinaria biodiversità offre ai visitatori l’opportunità unica di avvistare specie rare e iconiche come il Camoscio d’Abruzzo e il Lupo appenninico nel loro habitat naturale. La presenza di queste specie eleva la località a meta ideale per l’eco-turismo e l’osservazione della fauna selvatica.  

Il territorio è solcato da una fitta rete di sentieri, perfetti per il trekking e le escursioni, adatti a ogni livello di esperienza. Gli amanti della mountain bike possono misurarsi con la Mainarde Bike Race, un evento sportivo che si tiene ogni maggio, promuovendo ulteriormente lo spirito avventuroso della zona. Elementi distintivi del paesaggio sono i caratteristici “muretti a secco” e le “edicole votive”, che non sono solo dettagli scenografici, ma antiche testimonianze di tecniche costruttive e di un rapporto armonioso tra l’uomo e la natura, trasformando l’ambiente in un vero e proprio paesaggio culturale.  

Echi di storia e tradizioni millenarie: un viaggio nel tempo

La storia di Filignano affonda le sue radici nell’epoca longobarda, con un nome originario, Fundiliano, che si è evoluto nel tempo. Il territorio è stato profondamente segnato dal legame con l’influente Monastero Benedettino di San Vincenzo al Volturno, che già nell’VIII secolo contribuì allo sviluppo di chiese e cappelle. La comunità di Filignano ha dimostrato una straordinaria resilienza, sopravvivendo e ricostruendo dopo secoli di devastanti terremoti (come quelli dell’847, 1253, 1349 e 1456) e feroci incursioni saracene (881), eventi che hanno forgiato la sua identità e il suo spirito di adattamento. Questa capacità di perseverare aggiunge una dimensione profonda all’esperienza del visitatore, che può connettersi con un luogo che ha superato innumerevoli sfide.  

Tra i siti storici e religiosi spiccano la maestosa Chiesa di San Pasquale Baylon a Cerasuolo, la Chiesa Madre dell’Immacolata Concezione, cuore spirituale del paese, e la Chiesa del SS. Crocifisso a Selvone. La contrada di Collemacchia stessa vanta radici religiose profonde, con menzioni storiche di una chiesa dedicata ai “SS. Casto e Nicola”. Un elemento architettonico e culturale unico sono i “thòlos” (o “pagliare”), antichi ricoveri pastorali in pietra a secco, la cui ingegnosa costruzione ricorda le strutture dell’antica Grecia. Nascosti tra i boschi, offrono un legame tangibile con il passato pastorale della regione e l’ingegno dei suoi abitanti. Da non perdere è il Museo Combat Road a Cerasuolo, un sito toccante dedicato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale, che offre un’esperienza immersiva per comprendere l’impatto del conflitto sul territorio.

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