Nel cuore verde e autentico del Molise, dove il tempo rallenta e la storia si respira in ogni vicolo, sorge un piccolo borgo che custodisce un tesoro di fede e tradizione: Castelpizzuto. Lontano dalle rotte turistiche, questo incantevole paese in provincia di Isernia offre un’esperienza di viaggio unica, incentrata sulla sua anima più profonda: la Chiesa di Sant’Agata. Non è solo un edificio sacro, ma un custode della memoria e dell’identità di una comunità resiliente, un luogo imperdibile per chi cerca il turismo culturale e l’autenticità del Molise nascosto.
La Chiesa di Sant’Agata: un simbolo di fede millenaria
La chiesa di Sant’Agata a Castelpizzuto è il fulcro spirituale del borgo. Dedicata a Santa Agata Vergine e Martire, la sua facciata reca la data del 1594, ma le sue radici affondano in un passato più remoto, suggerendo una ricostruzione su un sito preesistente. Questa chiesa, unica parrocchia del paese, è un simbolo della devozione locale, con Sant’Agata che protegge le donne dalle malattie al seno. Curiosamente, agli inizi del ‘900, anche Sant’Attanasio era venerato come co-patrono.
L’architettura della chiesa colpisce per la sua “semplicità superlativa” , una purezza che riflette l’umiltà cristiana. Nonostante le sue linee essenziali, l’edificio rivela dettagli affascinanti, come il modesto portale settecentesco e le finestre coeve. Il campanile, poi, è un vero unicum: il suo quadrante circolare in pietra mostra solo sei ore, testimonianza dell’antico sistema orario “all’italiana”, in uso fino all’epoca napoleonica. Un dettaglio che trasporta il visitatore indietro nel tempo, nel cuore di un borgo medievale autentico.
Tesori d’arte e devozione
All’interno, la Chiesa di Sant’Agata custodisce un “bell’altare maggiore” e sette altari minori, ciascuno dedicato a diversi santi e adornato da statue di “ottima fattura”. Tra queste, spiccano le figure di Sant’Agata, San Domenico, Santa Lucia, Sant’Anna e l’Addolorata, espressioni tangibili della fede che anima la comunità.
Un elemento di grande interesse storico e culturale è la croce stazionaria situata all’ingresso del paese. Questa croce, innestata su un “bel capitello trecentesco”, è un’antica testimonianza delle processioni religiose che partivano e terminavano proprio dalla vicina chiesa. La sua iconografia, con il Cristo crocifisso da un lato e la Madonna con il Bambino dall’altro, la rende un manufatto di pregevole valore artistico e devozionale. Il Catalogo Generale dei Beni Culturali del Molise elenca inoltre altri manufatti legati alla chiesa, come un calice napoletano del XIX secolo e corone da statua del XVIII e XIX secolo, a riprova della ricchezza del patrimonio artistico molisano. All’interno della chiesa, un toccante epitaffio in marmo ricorda i giovani del paese caduti nella Prima Guerra Mondiale, un monito alla memoria collettiva.
Tradizioni viventi: l’anima di Castelpizzuto
La vita di Castelpizzuto è scandita da tradizioni che affondano le radici nella storia e nella fede. La festa patronale di Sant’Agata, celebrata il 5 febbraio, è un momento di grande unione per la comunità. Ma non è l’unica peculiarità. Il borgo è noto anche per la Festa di San Domenico Abate, il “Signore dei Serpenti”. Questa tradizione unica prevede l’uso di laccetti di lana colorata benedetti, un tempo distribuiti come ex-voto, per proteggere dai serpenti, un’usanza che testimonia il profondo legame tra fede e vita rurale.
Durante il mese di agosto, il paese si anima con sagre ed eventi che “vivacizzano la comunità paesana”. Queste manifestazioni, spesso legate alla gastronomia tipica montana, sono occasioni per socializzare e celebrare le antiche usanze, mantenendo vivo lo spirito di una sana tradizione agricola. La Chiesa di Sant’Agata è il cuore pulsante di queste celebrazioni, un punto di riferimento che unisce generazioni e preserva l’identità di Castelpizzuto.