Se sognate un’Italia autentica, lontana dalle folle e ricca di tradizioni secolari, il vostro prossimo viaggio deve portarvi a Scapoli. Nascosto tra le vette maestose del Molise, questo incantevole borgo è molto più di una semplice destinazione: è un’esperienza sensoriale e culturale che vi avvolgerà con la sua storia millenaria, i suoni ipnotici della zampogna e i sapori genuini di una terra incontaminata. Conosciuta con orgoglio come la “Patria della Zampogna” , Scapoli rappresenta un gioiello inestimabile nel panorama italiano, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato per custodire un patrimonio unico.

Scapoli: un borgo incantato tra montagne e tradizioni

Scapoli, un piccolo comune della provincia di Isernia, in Molise, si trova nell’Italia Meridionale, a un’altitudine di 611 metri sul livello del mare. La sua posizione geografica, caratterizzata da un paesaggio prevalentemente montano e collinare , lo rende un luogo ideale per gli amanti della natura e delle escursioni.  

Il comune è parte integrante del prestigioso Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise , un’area protetta di straordinaria bellezza e biodiversità. Questa appartenenza non solo sottolinea l’impegno di Scapoli nella conservazione ambientale, ma offre anche innumerevoli opportunità per l’ecoturismo, dalle passeggiate naturalistiche all’osservazione della fauna selvatica. Scapoli fa anche parte della Comunità Montana del Volturno , rafforzando il suo legame con il territorio circostante.  

 La resilienza di Scapoli di fronte alle sfide demografiche è notevole. La sua capacità di valorizzare un bene culturale unico come la zampogna, attraverso il Festival Internazionale e il Museo dedicato, dimostra un approccio strategico per attrarre turismo e investimenti, mantenendo vivo l’orgoglio comunitario e offrendo un percorso verso lo sviluppo sostenibile.

Un viaggio affascinante nella storia di Scapoli

La storia di Scapoli è un arazzo intessuto di eventi significativi, che affondano le radici nel IX secolo. Le prime tracce dell’insediamento, allora noto come Castrum Scappili, si trovano nel “Chronicon Vulturnense” (circa 1130), un testo che suggerisce la sua nascita su terre appartenenti all’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, fondata da monaci in fuga dalle incursioni saracene. Il nome stesso, “Scapoli”, potrebbe derivare dal latino scopulus (guglia) o scopulae (versante del monte), un richiamo alla sua posizione morfologica. Questo legame monastico evidenzia una profonda connessione con il panorama religioso e politico altomedievale della regione.  

Nel corso dei secoli, Scapoli è stata al centro di complesse dinamiche feudali. Nel 1043, la potente famiglia Borrello prese il controllo, sottraendo l’intera valle del Volturno all’abbazia. Nonostante un breve ritorno sotto l’influenza papale grazie a Papa Niccolò II, il borgo fu nuovamente conteso dai Conti dei Marsi. La proprietà di Scapoli passò di mano in mano tra illustri famiglie feudali: i Caldora dal 1200, i Pandone nel 1382, seguiti dai Rendina, dai Bucciarelli fino al 1621, e poi da Innico di Grazia, Barone di Cerro al Volturno, per finire sotto il dominio dei marchesi Battiloro.  

Amministrativamente, Scapoli fece parte del Ducato di Terra di Lavoro fino all’Unità d’Italia nel 1861, quando fu annessa alla provincia di Campobasso. Un cambiamento più recente avvenne nel 1970, quando Scapoli entrò a far parte della neonata provincia di Isernia.  

Un capitolo particolarmente significativo e toccante della storia moderna di Scapoli è legato alla Seconda Guerra Mondiale. Il borgo si trovò sulla strategica “Linea Gustav” tedesca, una formidabile linea difensiva. Scapoli svolse un ruolo cruciale come luogo di costituzione del Corpo Italiano di Liberazione, che fu protagonista di sanguinose battaglie sul vicino Monte Marrone. Questo periodo testimonia la straordinaria resilienza del paese e il suo contributo allo sforzo di liberazione nazionale.  

La capacità di Scapoli di sopravvivere e prosperare, mantenendo intatte le sue tradizioni culturali nonostante secoli di instabilità e conflitti, è una testimonianza della forza e dello spirito indomito della sua comunità. Questa resilienza è un aspetto fondamentale del carattere di Scapoli, dimostrando come il suo patrimonio culturale sia profondamente intrecciato con la sua capacità storica di affrontare e superare le avversità.

 

 

Scapoli: la patria della zampogna, un cuore che suona

Lo slogan “Patria della Zampogna” non è un semplice titolo per Scapoli, ma l’essenza stessa della sua identità. Questo antico strumento a fiato, simile alla cornamusa, ha radici profonde nella cultura pastorale italiana e Scapoli è riconosciuto come il principale centro di produzione di zampogne in Molise, insieme a Castelnuovo a Volturno e San Polo Matese. Il modello più diffuso a Scapoli è la “25 con chiave”.  

L’arte della costruzione della zampogna: un patrimonio vivente

L’artigianato della zampogna a Scapoli è un’arte antica, gelosamente custodita e tramandata di generazione in generazione. I maestri costruttori di Scapoli realizzano questi strumenti con meticolosa cura, utilizzando tecniche secolari. La zampogna è tipicamente composta da tre canne sonore di legno e una sacca di pelle di pecora. La scelta del legno è fondamentale: olivo, acero, sorbo, prugno, ciliegio e albicocco sono i più comuni, mentre l’ebano è molto apprezzato ma difficile da reperire. Le canne sono chiamate “bordone” (per una nota fissa) e “ritta” e “manca” (per gli accordi musicali). La sacca di pelle di pecora immagazzina l’aria che, spinta attraverso la canna centrale, produce la melodia caratteristica dello strumento. Sebbene in passato si usassero pelli di animali per l’otre (la sacca d’aria), oggi si preferiscono camere d’aria di automobili rivestite di finto vello.  

Tra i maestri costruttori più noti spicca la famiglia Di Fiore: Benedetto Di Fiore (nato nel 1886), il cui figlio Ettore Di Fiore (nato nel 1920, morto nel 1996) ha continuato la tradizione, ora portata avanti dal figlio di Ettore, Paolo . Altri artigiani storici includono Gerardo Guatieri, Luciano Di Fiore e Palmerino Caccia. Questi artigiani non sono solo produttori, ma veri e propri custodi di un sapere specializzato che definisce l’identità di Scapoli. Il loro lavoro assicura la sopravvivenza di un mestiere unico, centrale per l’attrattiva turistica e l’economia locale.  

Il festival internazionale della zampogna: un evento di risonanza mondiale

Dal 1975 , Scapoli ospita il Festival Internazionale della Zampogna, un evento di risonanza globale che celebra e promuove la tradizione della zampogna. Questo festival si tiene tradizionalmente l’ultimo fine settimana di luglio; per il 2025, è in programma dal 25 al 27 luglio .  

Il festival è una piattaforma vitale per la conservazione e la promozione dell’arte della costruzione e della musica della zampogna. Attira appassionati, etnomusicologi e musicisti da ogni angolo del mondo, trasformando il piccolo borgo in un vivace centro di scambio culturale . Le attività e il programma, pur variando annualmente, includono tipicamente:  

  • Concerti ed esibizioni: Performance di zampognari locali e internazionali che presentano diversi generi musicali, dalle melodie tradizionali a composizioni contemporanee.
  • Mostra mercato: Un’esposizione e mercato di artigianato artistico, con particolare attenzione alla costruzione di zampogne e altri strumenti tradizionali.
  • Workshop e seminari: Sessioni formative per chi è interessato a imparare a suonare la zampogna o ad approfondire le tecniche di costruzione dello strumento.
  • Sfilate e processioni: Parate festive per le vie del paese con musicisti in abiti tradizionali, creando un’atmosfera coinvolgente e festosa.

Il Festival Internazionale della Zampogna ha contribuito a liberare la zampogna dall’etichetta di “strumento povero e natalizio” , elevandone lo status e la percezione a livello globale. Questo è un esempio lampante di come una piccola comunità possa trasformare strategicamente un bene culturale specifico in un potente motore di rivitalizzazione economica e sociale, attirando l’attenzione globale e promuovendo l’orgoglio comunitario.  

Il museo internazionale della zampogna “P. Vecchione”: un tesoro unico

A complemento del festival, il Museo Internazionale della Zampogna “P. Vecchione” a Scapoli è un’istituzione unica a livello mondiale dedicata a questo strumento. Inaugurato nel 2002 , il museo è ospitato nello splendido Palazzo Mancini restaurato, che offre viste panoramiche sul paese.  

Il museo si estende su tre piani e vanta una collezione di oltre cento zampogne rare e di valore, provenienti da varie parti del mondo e da diverse epoche, oltre ad altri strumenti a fiato di rara bellezza. Presenta anche un’ampia documentazione iconografica e letteraria, fotografie d’epoca e una riproduzione fedele di un’antica bottega artigiana dedicata ai costruttori storici di zampogne e ciaramelle di Scapoli, la cui arte è stata tramandata di generazione in generazione. È esposto anche un presepe napoletano permanente unico, realizzato dai Maestri d’Arte Capuano di San Gregorio Armeno a Napoli.  

Il museo svolge un ruolo cruciale nella promozione delle tradizioni e della cultura tipiche di Scapoli, con l’obiettivo di far rivivere lo spirito del paese e stimolare la sua economia attraverso il turismo culturale. Include anche un InfoPoint per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise , fornendo informazioni turistiche e promuovendo le attività del Parco. Questa sinergia tra cultura e natura crea una proposta turistica più convincente e diversificata, attirando un’ampia fascia demografica di visitatori.  

Il museo è facilmente raggiungibile a piedi dalla piazza principale tramite il “Cammino di Ronda” , una passeggiata lungo il perimetro della fortificazione longobarda che offre una vista a 360 gradi sul centro storico e sul magnifico scenario delle Mainarde molisane, con un’eccezionale vista sulla Valle del Volturno.

Sapori autentici: la gastronomia e l’artigianato di Scapoli

Scapoli non è solo musica e storia, ma anche un luogo dove la tradizione culinaria è profondamente radicata. La sua gastronomia è un viaggio di sapori genuini, espressione di una terra ricca e di una cultura contadina che si è evoluta nel tempo.

I ravioli alla scapolese: un piatto iconico

Il piatto più tipico e autentico di Scapoli sono i Ravioli alla Scapolese. Questi ravioli di grandi dimensioni sono caratterizzati da un ripieno distinto e intenso. Storicamente legata alla tradizione del Carnevale , la ricetta ha subito delle modifiche nel tempo, in particolare dagli anni ’60, a causa della mutevole disponibilità di prodotti locali che un tempo costituivano la base dell’economia regionale.

La ricetta classica prevedeva un ripieno ricco di salsiccia secca (conservata sotto sugna, aromatizzata con cumino e finocchietto selvatici), pancetta magra e guanciale, bietola lessata a foglie piccole, patate lesse e un misto di ricotta secca di capra e formaggio locale (pecora/capra) ben stagionati. Il sugo era preparato con un cosciotto di capra cotto lentamente con lardo, aglio e prezzemolo.

La ricetta moderna, adattata dagli anni ’60, sostituisce la pancetta con macinato di maiale e vitello soffritto, la scamorza appassita per il formaggio semi-fresco di mucca/capra e il Parmigiano Reggiano grattugiato per la ricotta secca di capra. Il sugo ora utilizza tipicamente un soffritto misto di carota, sedano e cipolla con salsa di pomodoro.

La Sagra dei ravioli celebra questo patrimonio culinario, tenendosi annualmente la domenica precedente il Martedì Grasso. Questa evoluzione culinaria è un microcosmo dei più ampi cambiamenti socio-economici che hanno interessato le comunità rurali, dimostrando come le pratiche tradizionali debbano adattarsi per sopravvivere in un mondo che cambia, pur mantenendo viva l’identità culturale.

Altre delizie e artigianato locale

Oltre ai ravioli, la provincia di Isernia, che include Scapoli, è nota per specialità a base di carne ovina e caprina, come le teste di agnello e capretto al forno. Tra i dolci tradizionali si annoverano le ciambelle di zucchero, i cicelieviti, la cicerchiata e il cocorozzo.  

L’artigianato più importante di Scapoli, oltre alla zampogna, è la produzione della ciaramella , un altro strumento a fiato che accompagna spesso la zampogna. La maestria degli artigiani locali si riflette nella cura e nella precisione con cui questi strumenti vengono realizzati, preservando un sapere antico e prezioso.  

Oltre la zampogna: attrazioni e attività a Scapoli e dintorni

Scapoli offre molto di più del suo rinomato patrimonio musicale. Il suo centro storico è un labirinto di vicoli e scorci che raccontano secoli di storia.

Nel cuore del borgo, è possibile ammirare la Rocca Longobarda, conosciuta anche come Scarupato, un viale che abbraccia l’intero centro storico. Un altro punto di interesse è il Palazzo Marchesale dei Battiloro , testimonianza delle passate influenze feudali sul paese. Il Cammino di Ronda offre una passeggiata lungo il perimetro della fortificazione longobarda, con una vista a 360 gradi sul centro storico e sul magnifico scenario delle Mainarde molisane, con un’eccezionale vista sulla Valle del Volturno.

Appena fuori dal paese, sulla strada per Rocchetta a Volturno, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Grotte, immersa in un suggestivo paesaggio naturale e caratterizzata da magnifici affreschi. Da Scapoli, si possono ammirare splendidi panorami che spaziano dalle vicine Mainarde al più lontano Matese.

Punti di interesse di Scapoli