Se stai cercando una destinazione che unisca storia millenaria, profonda spiritualità e tradizioni vivaci, Venafro, nel cuore del Molise, ti aspetta. Qui, la Basilica dei Santi Nicandro, Marciano e Daria non è solo un monumento, ma un vero e proprio custode dell’anima di questa terra, un luogo imperdibile per il turismo religioso e culturale.

Un viaggio nella storia: architettura e origini antiche

La Basilica, dedicata ai santi patroni di Venafro, è un affascinante palinsesto storico. Le sue radici affondano nell’epoca romana, con evidenze che suggeriscono la sua costruzione su un antico edificio imperiale, forse un mausoleo funerario. Durante i restauri, sono stati ritrovati blocchi lapidei romani riutilizzati, visibili ancora oggi, che testimoniano la continuità di questo luogo sacro attraverso i secoli.  

L’aspetto attuale della chiesa riflette una significativa ricostruzione del XIII secolo, mantenendo le caratteristiche dello stile romanico abruzzese. La facciata, con il suo slanciato portale e il suggestivo rosone, ha subito diverse trasformazioni, inclusi interventi post-bellici e un restauro tra il 1999 e il 2000 che ne ha valorizzato la bellezza. All’interno, la struttura a due navate custodisce opere d’arte di pregio, come un crocifisso ligneo del XIV secolo e un magnifico complesso ligneo intarsiato del XVIII secolo, opera del frate cappuccino Berardino da Mentone. L’altare maggiore è dominato da una pala d’altare di fine ‘600, attribuita al pittore fiammingo Dirck Hendricks, che raffigura la Madonna con i Santi Protettori.  

Il cuore della devozione: i santi martiri e la “Santa Manna”

La Basilica è il santuario principale dei Santi Nicandro, Marciano e Daria, martirizzati a Venafrum nel 303 d.C. durante le persecuzioni di Diocleziano. Nicandro e Marciano, soldati romani, e Daria, moglie di Nicandro, furono condannati per la loro incrollabile fede cristiana.  

La profonda venerazione per questi santi è legata alla scoperta delle loro reliquie. Nel dicembre del 1930, due frati cappuccini riportarono alla luce il sarcofago di San Nicandro e le sepolture di San Marciano e Santa Daria, ora custodite nella cripta sotto l’altare maggiore. Un fenomeno unico e di grande richiamo per i fedeli è la “santa manna”: un liquido misterioso che, secondo la leggenda devozionale, sgorga dal sarcofago di San Nicandro in occasioni speciali, ritenuto miracoloso e che lo annovera tra i “Santi mirobliti”. Questo rende la Basilica un luogo di pellegrinaggio attivo e di profonda fede.  

Le tradizioni viventi: la festa di San Nicandro a Venafro

Il legame tra Venafro e i suoi patroni si manifesta in modo spettacolare durante le annuali festività, dal 16 al 18 giugno, precedute dal “Mese di San Nicandro”. Questi giorni sono un’esplosione di fede e folclore, che attira visitatori da ogni dove.  

Le celebrazioni includono solenni processioni che trasportano il busto d’argento di San Nicandro e le reliquie degli altri santi tra la chiesa dell’Annunziata e la Basilica, accompagnate da canti e fuochi d’artificio. Un momento culminante è l’unica “ammessa” (asta), dove importanti imprenditori locali si contendono l’onore di portare i simulacri in processione, un rito che sottolinea il forte legame civico e sociale con la devozione. Il sindaco stesso partecipa, consegnando simbolicamente le chiavi della città al vescovo, che le pone nelle mani del busto di San Nicandro. La festa si conclude con spettacolari fuochi pirotecnici in Piazza Castello.  

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