Immerso nella natura incontaminata del Molise, incastonato nella parete del Monte San Michele, si cela un luogo di rara bellezza e profonda spiritualità: l’Eremo di San Michele a Foce. Questo antico santuario, situato nel comune di Castel San Vincenzo (Isernia), è una meta imperdibile per chi cerca un’esperienza autentica, tra storia millenaria, architettura rupestre e panorami mozzafiato. Un vero tesoro nascosto nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Un panorama che incanta e una storia che affascina
Già il nome “Foce” evoca la sua posizione unica: alla “bocca” del torrente Rio Colle Alto, una gola suggestiva nota anche per il canyoning. Raggiungibile solo a piedi, l’eremo si trova a circa 930 metri sul livello del mare, offrendo una vista eccezionale che abbraccia il pittoresco lago artificiale di Castel San Vincenzo e le maestose vette delle Mainarde. È un “piccolo gioiello incastonato tra le rocce”, un “luogo sospeso verso l’infinito” che infonde “grande serenità al viaggiatore”.
Le origini dell’Eremo di San Michele a Foce sono avvolte nel mistero e nella storia. Sebbene le fonti generali lo datino all’epoca medievale (tra l’anno 1000 e il XIII secolo) e lo attribuiscano ai monaci benedettini, studi più recenti, condotti dall’archeologo Richard Hodges su segnalazione di Michele Raddi, suggeriscono una prima fase di utilizzo già nel V secolo, con un restauro tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo. Questa stratificazione temporale rende l’eremo un sito di inestimabile valore storico, testimone di secoli di devozione.
Architettura rupestre e tesori nascosti
L’Eremo è un magnifico esempio di architettura rupestre, letteralmente “scavato nella roccia”. Si articola in due ambienti principali: uno inferiore, probabilmente dimora dell’eremita, e uno superiore, adibito a chiesa, con un altare votivo dedicato a San Michele Arcangelo. L’interno è “suggestivamente caratterizzato” dalle fessure naturali della roccia, dalle stalattiti con riflessi unici e dalla presenza di una sorgente d’acqua, ritenuta “miracolosa”.
Le pareti interne sono impreziosite da affreschi databili tra il XIII e il XIV secolo, raffiguranti scene della Vita di Cristo e vari santi. In particolare, la cripta ospita affreschi del XIV secolo con scene della Natività, sebbene siano “piuttosto rovinati da una persistente umidità”. La presenza di impianti per la produzione di olio e vino suggerisce che l’eremo non fosse isolato, ma parte di un complesso monastico più ampio, documentato fin dal 1331.
Un’esperienza di trekking e spiritualità
Raggiungere l’Eremo di San Michele a Foce è parte integrante dell’esperienza. Il percorso, classificato di “media difficoltà”, si snoda lungo un sentiero panoramico che si inerpica sulla montagna. È un trekking in Molise che premia con viste indimenticabili.
Per garantire un’esperienza sicura e arricchente, sono disponibili escursioni guidate organizzate da enti specializzati come “Attraverso il Molise”. Castel San Vincenzo e le Mainarde: un territorio da esplorare
L’Eremo è il punto di partenza ideale per esplorare il ricco territorio circostante. Castel San Vincenzo, con il suo borgo medievale di Castellone, è un incantevole punto di riferimento. Il vicino Lago di Castel San Vincenzo, un invaso artificiale perfettamente integrato nel paesaggio, offre opportunità per la pesca, sport acquatici, camping e maneggi.
A pochi passi, l’imponente Abbazia di San Vincenzo al Volturno, una “gemma nella valle del Volturno”, è un altro sito benedettino di grande rilevanza storica e archeologica, visitabile dal martedì alla domenica. L’eremo si trova nel cuore delle Mainarde, un massiccio montuoso che offre numerosi itinerari di trekking e avventura, inclusi percorsi CAI che conducono a vette come il Monte Mare.