Filignano, un pittoresco comune incastonato nella provincia di Isernia, nel cuore pulsante del Molise, si rivela come una destinazione di rara bellezza e autenticità. La sua peculiarità risiede nella sua struttura unica, un vero e proprio mosaico composto da dodici affascinanti borghi, ognuno con la propria anima e storia, disseminati lungo tre valli principali. Questa frammentazione geografica si traduce in un’esperienza di scoperta continua per il visitatore, che può immergersi progressivamente nelle diverse sfaccettature del territorio, garantendo un viaggio ricco di sorprese e un’esplorazione più profonda della cultura locale.

La posizione di Filignano è strategicamente privilegiata, fungendo da “porta naturale” per i viaggiatori che giungono da grandi centri urbani come Napoli o Roma. Questa notevole accessibilità riduce significativamente le barriere di viaggio per un’ampia fascia di potenziali visitatori, in particolare coloro che cercano una fuga dalla routine cittadina o un’immersione nella natura e nell’autenticità. La sua collocazione lo rende non solo una meta in sé, ma anche un comodo punto di partenza per esplorare il più vasto territorio molisano, specialmente per chi desidera collezionare ricordi indelebili e, per i partecipanti, ottenere un timbro speciale nel “Passaporto del Molise”. Tale vantaggio competitivo accresce il potenziale di attrazione turistica e incoraggia visite ripetute.  

Il paesaggio di Filignano è un inno all’armonia tra l’opera dell’uomo e la grandezza della natura. Dolci colline si alternano a terrazze montuose, disegnate dai celebri “muriccioli” in pietra a secco, veri e propri simboli del lavoro umano che si integra perfettamente con l’ambiente circostante. Queste strutture, insieme alle edicole votive decorate con maioliche napoletane che abbelliscono la strada provinciale, offrono scorci incantevoli delle maestose Mainarde, invitando i visitatori a rallentare e ad assaporare ogni dettaglio di questo angolo incontaminato del Molise.

Le frazioni di Filignano: un mosaico di Borghi

La composizione di Filignano in dodici frazioni distinte offre un’opportunità unica per i visitatori di esplorare una varietà di micro-destinazioni, ognuna con il proprio carattere e le proprie attrazioni. 

Un viaggio nella storia millenaria di Filignano

La storia di Filignano è un racconto affascinante che si snoda attraverso millenni, testimoniando l’evoluzione di un territorio e la resilienza della sua gente. Le sue radici affondano profondamente nell’epoca longobarda, con il nome originario di “Fundiliano”, che si è poi trasformato in “Fondemano” e infine nell’attuale “Filignano”. Il territorio fu per lunghi periodi sotto l’influenza dei Principi Longobardi di Capua e Benevento, e le sue terre e i suoi castelli, inclusi Filignano, Cerasuolo, Cardito, Viticuso e Acquafondata, furono oggetto di contesa tra potenti famiglie feudali. Tra queste, i Pellegrino, i Montaquila e i Caracciolo, Duchi di Miranda, esercitarono un controllo significativo fino alla fine del sistema feudale. Antiche fortificazioni, alcune delle quali oggi quasi inghiottite dalla vegetazione, punteggiano il paesaggio, offrendo una testimonianza tangibile di questo passato glorioso e, a volte, turbolento.  

Dalle origini longobarde ai fasti feudali

La documentazione storica, come il Chronicon Volturnense, rivela l’importanza strategica di Filignano e delle sue dipendenze già nell’VIII secolo, con la fondazione del Monastero Benedettino in S. Vincenzo al Volturno che portò allo sviluppo di chiese e cappelle in tutta l’area. La presenza di chiese intitolate a S. Nicola, S. Maria, S. Martino, S. Leonardo e S. Cristoforo nel 1309, sebbene molte siano state distrutte dai numerosi e devastanti terremoti che hanno colpito la regione nel corso dei secoli (come quelli del 346, 349, 658, 742, 847, 1004, 1253, 1349, 1456), sottolinea la profonda fede e la continuità della vita comunitaria nonostante le avversità. Questa stratificazione storica, che va dall’antico splendore feudale alla resilienza di fronte a calamità naturali, offre ai visitatori una narrazione complessa e coinvolgente del passato di Filignano.  

Le Chiese Storiche: custodi di fede e arte

Il patrimonio religioso di Filignano è un elemento distintivo del suo fascino, con diverse chiese che non sono solo luoghi di culto, ma veri e propri scrigni di storia e arte. La loro presenza e la loro conservazione, spesso attraverso secoli di eventi avversi, riflettono la profonda devozione e la tenacia della comunità locale.

La Chiesa Madre dell’Immacolata Concezione, situata nel cuore del paese, rappresenta il fulcro spirituale di Filignano. Fu edificata per volere della Duchessa di Miranda nel 1757, distinguendosi per la sua struttura a tre navate e i due campanili che ne adornano la facciata. Al suo interno, un magnifico dipinto ovale sul soffitto raffigura l’Immacolata, mentre gli altari laterali ospitano tele dedicate a San Michele Arcangelo e alla Madonna di Loreto, arricchendo l’esperienza artistica e spirituale dei visitatori. La sua costruzione e la sua continuità nel tempo, nonostante i numerosi terremoti che hanno scosso la regione, testimoniano la duratura fede e la capacità di ricostruzione della comunità.  

Nella frazione di Cerasuolo, la Chiesa di San Pasquale Baylon emana un fascino secolare. Fondata nel 1778 e originariamente dedicata a San Giacomo, fu successivamente riconsacrata a San Pasquale Baylon nel 1884 per volontà del Duca Pasquale Marotta, che ne assicurò il mantenimento attraverso le rendite dei feudi di Castelnuovo e Cerasuolo. I recenti lavori di ristrutturazione, completati nel 2020, hanno preservato la sua bellezza, con tre navate, una cupola centrale e un campanile sul lato destro. L’altare, realizzato in materiale lapideo, è stato adeguato alla liturgia del Concilio Vaticano II, offrendo un esempio di come la tradizione possa convivere con l’innovazione.  

Nella frazione Selvone, la Chiesa del SS. Crocifisso si erge nel punto più alto del centro storico, visibile dalla strada provinciale Atinense. La sua costruzione risale al XVIII secolo, anch’essa voluta dalla Duchessa di Miranda. La chiesa, a tre navate, celebra Santa Anna come patrona e presenta una pianta rettangolare con murature in pietra intonacate e un portale centrale. Queste chiese, con le loro storie e architetture, non sono semplici edifici, ma veri e propri punti di riferimento culturali e artistici, capaci di attrarre appassionati di storia dell’arte e di turismo religioso, fungendo da ancore per la comprensione del patrimonio locale.  

Il Museo Combat Road: memoria viva della Seconda Guerra Mondiale

Un aspetto particolarmente toccante della storia di Filignano è il suo ruolo cruciale durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella frazione di Cerasuolo, il Museo Combat Road si erge come un monumento alla memoria, dedicato agli eventi della Campagna d’Italia e al passaggio delle truppe alleate lungo la strategica “Combat Road”. Questo museo, curato con passione da un gruppo di entusiasti, conserva e espone reperti, documenti, fotografie e testimonianze che offrono un’esperienza immersiva, permettendo ai visitatori di comprendere l’impatto devastante del conflitto sul territorio.  

Filignano, trovandosi quasi sulla Linea Gustav, subì gravi devastazioni e la sua popolazione patì angherie e numerose vittime, un sacrificio riconosciuto con la Medaglia di Bronzo al Merito Civile. La Battaglia di Monte Pantano, svoltasi tra il 29 novembre e il 9 dicembre 1943, fu un conflitto particolarmente sanguinoso che vide pesanti perdite per la 34ª divisione americana “Red Bull” e la 30ª divisione tedesca “Balkan”. Questa doppia narrazione storica, che abbraccia sia le antiche radici longobarde e feudali sia il trauma e l’eroismo della Seconda Guerra Mondiale, offre ai visitatori un’esperienza storica più profonda e significativa. Non è solo un luogo di antiche rovine, ma anche un sito di resilienza e ricordo moderno, che può attrarre un pubblico più ampio, dagli appassionati di storia militare ai gruppi educativi e ai veterani, conferendo alla visita una dimensione emotiva e commemorativa unica.  

Tracce del passato e resilienza

Oltre alle chiese e al museo, il territorio di Filignano conserva altre tracce del suo passato. Una fitta rete di sentieri penetra attraverso i boschi, dove si possono ancora scorgere i resti di fortificazioni medievali, quasi inghiottite dalla natura. Le “macere” o muri a secco, costruite fin dal Medioevo da generazioni di uomini attraverso l’opera di dissodamento dei campi, rappresentano un’architettura rurale di grande valore. Queste opere non solo terrazzavano intere montagne per renderle coltivabili, ma svolgevano anche una cruciale funzione di protezione idrogeologica, dimostrando un’antica e profonda comprensione dell’equilibrio ambientale. La storia di Filignano è anche segnata dalla resilienza di fronte a numerosi terremoti che hanno colpito la regione nel corso dei secoli e, nel periodo post-unitario, dalle scorrerie delle bande brigantesche, come quelle del Fuoco e del “Cannone”. Tutti questi elementi contribuiscono a delineare un quadro di un territorio che ha saputo resistere e rinascere, mantenendo viva la propria identità. 

Natura incontaminata e paesaggi mozzafiato

Filignano è una gemma incastonata nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno degli scenari naturali più suggestivi e protetti d’Italia. Questa collocazione privilegiata assicura una natura rigogliosa e intatta, un vero santuario per la flora e la fauna selvatica. Qui, con un po’ di fortuna e discrezione, è possibile avvistare specie iconiche come i lupi e i camosci d’Abruzzo, che popolano indisturbati questi boschi e le vette. L’altitudine del comune varia notevolmente, con una media di 460 metri sul livello del mare, ma con picchi che raggiungono i 1.694 metri e minimi a 248 metri, offrendo una straordinaria varietà di paesaggi, dalle valli più dolci alle cime montuose più impervie. Questa diversità altimetrica si traduce in una ricchezza di ecosistemi e panorami mozzafiato, che cambiano con le stagioni, invitando all’esplorazione in ogni periodo dell’anno.  

I boschi delle Mainarde: un paradiso per gli escursionisti

I maestosi Boschi delle Mainarde, che abbracciano Filignano, rappresentano un vero e proprio paradiso per gli amanti del trekking e delle escursioni. Questa vasta area boschiva, parte integrante del Parco Nazionale, offre una rete intricata di sentieri che si addentrano in una natura selvaggia e incontaminata. Il Club Alpino Italiano (CAI) ha mappato e segnalato numerosi percorsi, inclusi tratti dell’Alta Via delle Mainarde (AVM), un itinerario di più giorni per i trekker più esperti.  

Tra i sentieri più accessibili e gratificanti, si trovano percorsi specifici che partono o attraversano le frazioni di Filignano, come il M7 (La Ferruccia-Cerasuolo), il M8 (Cerasuolo-Colle Cerasara), il M9 (Cerasuolo-Filignano), il M10 (Passo dei Monaci-Monte Marrone) e il M11 (Cerasuolo-Valle del Fosso). Questi itinerari offrono diverse difficoltà e tempi di percorrenza, rendendoli adatti sia per passeggiate rilassanti in famiglia sia per escursioni più impegnative. Attraverso questi percorsi, i visitatori possono connettersi profondamente con la natura, scoprire angoli nascosti e immergersi nelle storie antiche che il territorio custodisce. La possibilità di ammirare le prime fioriture in primavera o di godere dei colori autunnali rende ogni escursione un’esperienza unica e rigenerante.  

I Thòlos: antichi misteri di pietra tra i boschi

Un elemento distintivo e affascinante del paesaggio di Filignano sono i thòlos, antichi ricoveri pastorali costruiti interamente in pietra a secco. Queste strutture, localmente chiamate anche “pagliar”, evocano le architetture della Grecia antica, un richiamo che aggiunge un velo di mistero e unicità al territorio. La loro tecnica costruttiva, che impiega pietre montate a secco in una forma tronco-conica culminante in volte mirabilmente intessute, è antichissima e testimonia l’ingegno e la maestria delle popolazioni pastorali di un tempo.  

La presenza di thòlos in Molise, con paralleli in altre regioni italiane come la Liguria (dove sono noti come “cavanei” e “caselle”) e l’Appennino Lucano, arricchisce l’offerta turistica con un forte richiamo archeologico ed etnografico. Questi “misteri di pietra” offrono ai visitatori un’opportunità unica di esplorare un aspetto meno conosciuto ma profondamente radicato della storia locale, permettendo di comprendere la vita e le tradizioni dei pastori che per secoli hanno abitato queste terre. Questo elemento si presta a itinerari di turismo culturale ed ecologico, invitando a una riflessione sull’adattamento umano all’ambiente e sulla conservazione di saperi costruttivi ancestrali.  

I “Muriccioli” in pietra a secco e il Parco delle Pietre

Il paesaggio di Filignano è intrinsecamente modellato dalla presenza onnipresente dei “muriccioli” in pietra a secco. Queste opere, frutto di un lavoro secolare iniziato nel Medioevo, sono state realizzate con i sassi estratti durante il dissodamento dei campi. La loro funzione non era solo quella di terrazzare intere montagne per recuperare i pendii alla coltivazione, ma anche, e in modo cruciale, quella di svolgere un’importante funzione di protezione idrogeologica, prevenendo l’erosione e stabilizzando il terreno.  

Questi muretti, insieme alle edicole votive decorate con maioliche napoletane, abbelliscono la strada provinciale che attraversa il comune, regalando scorci incantevoli delle Mainarde e creando un paesaggio culturale di rara bellezza. La maestria con cui i filignanesi hanno preservato questa tradizione della pietra a secco ha portato alla candidatura del  

Parco delle Pietre al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali. Questo riconoscimento sottolinea il valore di un territorio che non è solo naturalmente bello, ma che è anche un esempio vivente di armonia e collaborazione tra l’uomo e la natura. La presenza di queste opere millenarie aggiunge una dimensione di profondità alla bellezza naturale, attraendo visitatori interessati non solo al paesaggio, ma anche alle pratiche sostenibili e al patrimonio culturale che esse rappresentano.  

Tradizioni, cultura ed eventi che animano l’anima di Filignano

Filignano non è solo un luogo di storia e natura, ma anche un vibrante centro di tradizioni e cultura, dove il passato si intreccia con il presente attraverso eventi che animano la comunità e attraggono visitatori da ogni dove.

L’eredità culinaria: sapori autentici della terra Molisana

La gastronomia di Filignano è un’autentica espressione delle sue radici e della sua terra, offrendo piatti semplici ma ricchi di sapore, che celebrano i prodotti locali e le antiche ricette. Tra le specialità tipiche, spiccano gli abbuoti, involtini di interiora di agnello, e la polenta con verdure selvatiche, entrambi simboli di una cucina contadina genuina e profondamente legata al territorio.

Punti di interesse di Filignano