Se siete alla ricerca di una destinazione che sappia unire la profondità della storia, la bellezza incontaminata della natura e l’autenticità dei sapori tradizionali, Venafro è la risposta. Incantevole città del Molise, strategicamente posizionata tra le maestose catene montuose del Matese e delle Mainarde e accarezzata dalle acque del fiume Volturno, Venafro si rivela come una porta d’accesso privilegiata al Sannio, un crocevia di culture e paesaggi che ha plasmato la sua identità millenaria.
Conosciuta fin dall’antichità per la straordinaria fertilità delle sue terre e la qualità eccellente del suo olio, Venafro è oggi un centro vibrante che connette l’entroterra molisano con la Campania e il Lazio, offrendo un’esperienza di viaggio ricca e indimenticabile. Preparatevi a un viaggio che vi condurrà attraverso epoche remote, paesaggi mozzafiato e tradizioni che ancora oggi animano il cuore di questa “piccola grande Italia”.
Un viaggio attraverso i secoli: la storia millenaria di Venafro
La storia di Venafro è un racconto affascinante che affonda le radici in un passato remoto, testimoniato da reperti litici che provano la presenza umana fin da tempi antichissimi. La tradizione mitologica narra addirittura che la città fu fondata da Diomede.
Conosciuta fin dall’antichità per la straordinaria fertilità delle sue terre e la qualità eccellente del suo olio, Venafro è oggi un centro vibrante che connette l’entroterra molisano con la Campania e il Lazio, offrendo un’esperienza di viaggio ricca e indimenticabile. Preparatevi a un viaggio che vi condurrà attraverso epoche remote, paesaggi mozzafiato e tradizioni che ancora oggi animano il cuore di questa “piccola grande Italia”.
Dalle origini sannitiche alla grandezza romana
Le prime attestazioni certe di Venafro risalgono al periodo delle guerre puniche, quando la città, di origine sannitica, fu conquistata da Annibale. I Sanniti, popolo italico, ingaggiarono aspre battaglie contro Roma nel III secolo a.C..
Successivamente, Venafro divenne una prefettura romana, ma subì danni significativi durante la guerra sociale, quando fu espugnata dagli Italici nell’88 a.C.. Fu Giulio Cesare a ordinarne la ricostruzione, e la città conobbe il suo massimo splendore nel I secolo a.C. con la deduzione della colonia augustea, probabilmente nel 14 a.C. . L’influenza romana fu profonda, trasformando l’assetto urbanistico con assi stradali ortogonali e la costruzione di imponenti edifici pubblici e sontuose residenze private, arricchite da elaborati pavimenti musivi.
Nell’antichità, Venafro era celebre per due motivi principali: l’eccellente qualità del suo olio d’oliva, tanto da essere menzionato da poeti latini del calibro di Orazio (da cui il nome “Parco Oraziano”) , e la produzione di strumenti agricoli, come documentato da Catone nel suo “De agricultura”. Questa continuità nella produzione olivicola, dal tempo dei Romani fino a oggi, è un indicatore della vocazione territoriale e della sostenibilità agricola di Venafro.
Un evento sismico a metà del IV secolo d.C. cambiò radicalmente il volto della città: un devastante terremoto costrinse la popolazione ad abbandonare il settore occidentale del centro urbano per spostarsi sull’altura orientale, dando vita al borgo medievale. Paradossalmente, questo spostamento contribuì a preservare le antiche vestigia sannitico-romane, che rimasero coperte e sono oggi oggetto di importanti scavi archeologici.
Tra i siti archeologici romani più significativi da visitare a Venafro spiccano:
- L’anfiteatro romano (Verlasce): Collocato nel centro moderno, conserva ancora la sua imponente pianta ellittica, con un diametro maggiore di 110 metri e uno minore di 85 metri. Si stima potesse ospitare fino a 15.000 spettatori. Un tempo, qui si teneva la caratteristica “corsa dei ciucci” . Attualmente è in fase di restauro.
- Il teatro romano: Di notevoli dimensioni, presenta una scena di circa 60 metri e una cavea capace di accogliere 3.500 spettatori. È un esempio unico nel mondo romano per la sua costruzione a ridosso di un monte, richiamando i teatri greci .
- La cinta muraria: Visibile in alcuni tratti, include fasi sannitiche del IV secolo a.C. e in opera poligonale del I secolo a.C., inglobando anche un settore del Monte Santa Croce .
- L’antico acquedotto romano: Conservato in diversi tratti, fu probabilmente costruito tra il 17 e l’11 a.C. e si estendeva per circa trenta chilometri, portando l’acqua dalle sorgenti del Volturno alla parte alta della città.
Il fascino medievale e le dinastie feudali
Nel V secolo, Venafro divenne sede vescovile, e sotto la dominazione longobarda fu sede di un gastaldo, dipendente dal duca di Benevento. Nel X secolo, fu elevata a capoluogo di contea e rimase a lungo sotto il controllo della potente famiglia Pandone.
Il simbolo di questo periodo è il Castello Pandone, le cui origini risalgono a una struttura megalitica e a un mastio longobardo del X secolo . Fu potenziato dai successori del conte longobardo Paldefredo . Sebbene danneggiato dalle truppe di re Ruggero II d’Altavilla durante l’avvento dei Normanni, il castello fu successivamente modificato dagli Angioini, che aggiunsero un fossato e tre grandi torri circolari .
Nel 1443, con l’arrivo degli Aragonesi, il castello tornò ai Pandone. Il conte Francesco ne ampliò il fossato e fece costruire una braga merlata. All’inizio del Cinquecento, Enrico Pandone lo trasformò da fortezza militare in una sontuosa residenza rinascimentale, arricchendola con un loggiato, un giardino e una straordinaria decorazione pittorica (1522-1527) che raffigurava i migliori cavalli del suo celebre allevamento . Questa trasformazione riflette il passaggio dall’esigenza difensiva feudale all’affermazione del prestigio attraverso l’arte e l’architettura. Dopo la decapitazione di Enrico, il feudo passò ai Lannoy e poi ad altre famiglie, tra cui i Peretti, i Savelli e i Caracciolo di Miranda, che lo detennero fino all’abolizione della feudalità . Oggi, il Castello Pandone ospita il Museo Nazionale del Molise, con una ricca pinacoteca di opere artistiche molisane .
Il XX Secolo: memoria, resilienza e riconoscimenti
Il 15 marzo 1944, Venafro fu tragicamente colpita da un bombardamento aereo alleato, un evento che le valse la Medaglia d’Oro al Valor Civile nel 2005, conferita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ogni anno, in questa data, la città commemora le vittime di tutte le guerre.
Un luogo di profonda memoria è il Cimitero Militare Francese di guerra, il più grande d’Italia, che accoglie circa 6000 tombe di soldati del Corps Expeditionnaire Français, molti dei quali caduti durante la battaglia di Montecassino. Un monumento che richiama esplicitamente i minareti nord-africani è stato eretto in loro memoria, e tra le tombe cristiane sono riconoscibili nomi arabi e africani, a testimonianza della natura globale e multiculturale del conflitto. Questo sito non è solo un memoriale locale, ma un potente strumento educativo per comprendere il costo umano e le dimensioni multiculturali della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1987, Venafro fu inclusa, su segnalazione del Censis, tra i 100 comuni della “piccola grande Italia”, un riconoscimento della sua importanza e del suo dinamismo a livello nazionale.
La natura incontaminata: il polmone verde di Venafro
Oltre alla sua ricchezza storica, Venafro offre un patrimonio naturalistico di inestimabile valore, un vero e proprio polmone verde che invita all’esplorazione e al relax.
Il Parco Regionale Agricolo Storico dell’Olivo (Parco Oraziano)
Il Parco Regionale Agricolo Storico dell’Olivo di Venafro, noto anche come Parco Oraziano o Campaglione, è il primo parco regionale del Molise e il primo parco tematico sull’olivo del Mediterraneo. Istituito per salvaguardare il patrimonio olivicolo venafrano, questo parco è un’immersione in un paesaggio millenario, dove olivi secolari, alcuni dei quali menzionati da Orazio stesso, continuano a produrre un olio di qualità eccellente, certificato dalla DOP Molise.
Il parco non è solo un luogo di produzione agricola, ma anche un’area ideale per passeggiate e scampagnate, in particolare durante la “Pasquetta venafrana”. Dal Campaglione partono sentieri di montagna che conducono alla Torricella e al Monte Santa Croce, offrendo panorami suggestivi tra muretti a secco e terrazzamenti.
L’Oasi naturalistica le mortine
L’Oasi Naturalistica Le Mortine è un’area naturale protetta di 110 ettari, gestita dall’Associazione Pianeta Terra Onlus, situata nei pressi dello sbarramento ENEL per la produzione idroelettrica. Quest’oasi è un vero paradiso per gli amanti della natura, con una zona boschiva igrofila e vaste aree a canneto lungo le sponde del bacino di regolazione del fiume Volturno.
Le Mortine è un sito di interesse comunitario e una zona di protezione speciale, ideale per immergersi nella natura, osservare flora e fauna protette, e praticare il birdwatching lungo sentieri incantati. Qui si possono ammirare specie protette come il Nibbio reale, il Lanario, la Coturnice e diverse specie di pipistrelli, oltre al Lupo.
Villa Maria: un giardino nel cuore della città
Nel cuore del centro cittadino, Villa Maria offre un ettaro di giardini pubblici, un ambiente ricco di vegetazione e giochi d’acqua, con un laghetto e ruscelli. È un luogo perfetto per una pausa rilassante, dotato anche di un bocciodromo e un campo da basket.
Il ricco patrimonio culturale e le tradizioni vivaci
Venafro è soprannominata la “città delle 33 chiese” per il gran numero di edifici religiosi presenti nel suo territorio, sebbene molti siano oggi chiusi o abbandonati.
Chiese e basiliche: tesori di fede e arte
- Concattedrale di Santa Maria Assunta: Il tempio più importante della città, risalente al V secolo, fu costruito dal vescovo Costantino su un antico tempio pagano, riutilizzando materiali di epoche precedenti. L’interno, a tre navate, è decorato con opere pittoriche del XIV secolo e presenta cinque portali, di cui uno è porta santa fin dal 1500.
- Chiesa dell’Annunziata: Considerata un pregevole esempio di architettura molisana, fu costruita nel Trecento e ha assunto l’attuale aspetto barocco. Ospita un Crocefisso del XIV secolo, una tavola cinquecentesca con Santa Caterina, affreschi e il busto argenteo di San Nicandro con le reliquie dei martiri .
- Basilica Santuario dei Ss. Martiri Nicandro, Marciano e Daria e Convento: Situati alla periferia est della città, furono edificati su resti romani. La chiesa, più volte trasformata, ha un interno a due navate e sotto l’altare maggiore si trova la cripta con il sepolcro di San Nicandro, dove si raccoglie la “Manna di San Nicandro”, un liquido misterioso a cui sono attribuite doti miracolose.
- Chiesa di San Giovanni in Platea (San Francesco): Di aspetto barocco, la sua prima edificazione risale al XIV secolo e la leggenda vuole sia stata fondata da San Francesco. L’interno a navata unica presenta altari di marmo e tele sacre, ed è possibile accedere agli scavi sottostanti, visibili anche attraverso una pavimentazione vetrata.
Musei: custodi della memoria
- Museo Nazionale del Molise (Castello Pandone): Dal 2013, il Castello Pandone ospita questo museo, con una ricca Pinacoteca di testimonianze artistiche molisane e opere provenienti da altri musei statali. Il percorso espositivo documenta la cronologia dall’epoca medievale al Barocco .
- Museo Archeologico (ex Monastero di Santa Chiara): Ospitato nell’ex monastero seicentesco di Santa Chiara, conserva reperti dagli scavi archeologici che hanno permesso di conoscere meglio l’insediamento sannitico e la Venafro di età imperiale. Tra i pezzi di interesse vi sono testimonianze della necropoli di Pozzilli, marmi e statue dal teatro romano, e la statua di Venere di età Antonina, nota come “Venere di Venafro”. Il museo conserva anche la “Tavola Acquaria”, un importante documento epigrafico sull’acquedotto romano di Venafro .
- War Museum Winterline Venafro: Situato nel centro storico presso il Palazzo De Utris, questo museo espone una mostra permanente basata su reperti storici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, preservando la memoria dei tragici eventi che colpirono la città .
Tradizioni ed Eventi: il cuore pulsante della comunità
Le tradizioni di Venafro sono un mix affascinante di devozione religiosa, folklore e celebrazioni che animano la vita della comunità durante tutto l’anno .
- Festa di San Nicandro, Marciano e Daria: Dal 16 al 18 giugno, le strade della città si animano per celebrare i Santi Patroni in un clima di devozione e gioia, con un luna park, musica, cibo e spettacolari fuochi pirotecnici che concludono i festeggiamenti .
- I “Favor r’ San Giuseppe” (Falò di San Giuseppe): Nella notte del 19 marzo, questi caratteristici fuochi notturni testimoniano la devozione al Santo e annunciano l’arrivo della primavera. È un momento di grande socializzazione, in cui i venafrani si ritrovano intorno al fuoco per cantare, ballare e mangiare .
- La “Corsa ri Ciucci” (Corsa degli Asini): Si svolge a San Nicandro, all’interno dell’antico anfiteatro romano (Verlasce), una sorta di piccolo palio vissuto in tono scherzoso .
- I “Carr r’ Carnval” (Carri di Carnevale): Sfilano per le strade della città per festeggiare l’ultimo giorno di Carnevale, tra canti, balli e allegorie, per la gioia soprattutto dei più piccoli .
- La “Rotta r’ l’ P’gnat” (Rottura delle Pignatte) e “Gl’Albr r’ la Cuccagna” (L’Albero della Cuccagna): Questi giochi popolari si svolgono intorno al Castello Pandone in occasione della festa dedicata alla Madonna delle Grazie, il 2 e 3 luglio, un periodo ideale per gustare la gastronomia estiva e i sottaceti .
- La Notte dei Fuochi: Un attesissimo evento annuale che illumina il centro storico con spettacoli di luce e fuochi d’artificio.
Delizie per il palato: la gastronomia di Venafro
La cucina di Venafro è un’esplosione di sapori autentici, profondamente legata alla tradizione molisana e ai prodotti del territorio.
- L’Olio di Venafro: Il prodotto più noto e celebrato è senza dubbio l’olio d’oliva, la cui eccellenza è riconosciuta fin dall’antichità e oggi certificata dalla DOP Molise . È un prodotto ottimo e salutare, perfetto per condire piatti o da gustare con formaggi locali .
- Formaggi e Salumi: Venafro offre una vastissima scelta di formaggi e salumi molisani di altissima qualità, provenienti da allevatori e fornitori locali selezionati. Tra le prelibatezze si trovano caciocavallo, pecorino, caciotte di varie stagionature, e salumi come la Ventricina.
- Prodotti da Forno: Al bancone dei produttori locali si trovano prodotti da forno freschi e appena sfornati, come pane casareccio cotto a legna, lievitati con lievito madre, focacce e prodotti integrali. Molto richiesti sono i taralli, sia sfusi che confezionati, i biscotti artigianali e i dolci natalizi come mostaccioli e panettoni artigianali . I taralli alla molisana, realizzati con un impasto al vino, ricreano un’atmosfera di casa e semplicità .
- Vini e Liquori: La cantina locale propone il meglio dei vini molisani e delle regioni limitrofe, sia in bottiglia che sfusi, oltre ai liquori tradizionali .
- Piatti Tipici Molisani: La cucina molisana è legata a cereali, legumi e carni . Tra i piatti da provare ci sono i cavatelli, i fusilli (la pasta ad elica diffusa in tutto il mondo ha avuto origine proprio qui) , il baccalà ammullecate (perfetto per il calendario di magro e sinonimo di festa religiosa) , e dolci delle feste come la pigna pasquale e le rosacatarre .
Pianificare la vostra visita a Venafro
Venafro è una città accogliente e ben collegata, pronta a ricevere i visitatori in ogni periodo dell’anno.
Come arrivare
- In auto: Venafro è attraversata dalla Strada Statale 85 Venafrana (SS 85), che collega Vairano Scalo a Isernia . Esiste anche una variante (SS 85 var) lunga 8,695 km, classificata come superstrada, costruita per evitare l’attraversamento del centro abitato e diminuire il traffico . La città è ben collegata all’autostrada A1 .
- In treno: Venafro è servita da collegamenti ferroviari. Ad esempio, è possibile raggiungere Napoli Centrale in circa 1 ora e 32 minuti con treni diretti che partono 4 volte al giorno .
- In autobus: Esistono collegamenti autobus diretti da Venafro a Napoli (circa 1 ora e 20 minuti, con partenze 3 volte al giorno dal lunedì al sabato) e a Campobasso (circa 1 ora e 31 minuti, con 11 corse al giorno) .