Il Molise, una regione spesso descritta come il “cuore verde d’Italia”, rappresenta un angolo ancora autentico e in gran parte inesplorato del nostro paese. Lontano dalle rotte turistiche più battute, offre paesaggi incontaminati, borghi pittoreschi e una storia millenaria, rendendolo una meta ideale per chi ricerca un turismo lento e significativo. Questa caratteristica di “scoperta” rende la regione particolarmente attraente per i viaggiatori moderni che desiderano esperienze uniche e autentiche, distanti dal turismo di massa.  

In questo scenario di rara bellezza si inserisce Roccapipirozzi, l’unica frazione del comune di Sesto Campano, in provincia di Isernia. Questa “deliziosa perla” è incastonata strategicamente all’estremità sudoccidentale del Molise, al confine con la Campania e il Lazio. L’imponente Castello di Roccapipirozzi emerge come un simbolo storico e un punto di partenza privilegiato per esplorare le meraviglie di un territorio ricco di fascino.

Il castello di Roccapipirozzi: storia, architettura e sentinella del tempo

Il Castello di Roccapipirozzi vanta un’origine longobarda e, fino al 1077, fu un importante feudo del Ducato di Benevento, passando successivamente sotto il dominio normanno. La sua posizione strategica, sulla sommità di un colle che domina la Valle del Volturno, lo rese una roccaforte cruciale per la difesa del Molise, fungendo da baluardo contro le invasioni provenienti dalla Campania e dal Lazio fino alle guerre del XV secolo.  

La struttura del castello è un pregevole esempio di architettura militare, progettata specificamente per scopi di difesa e avvistamento. Presenta solide mura perimetrali, alcune a scarpa e altre piombanti, dotate di merlature a sbalzo, feritoie fortemente strombate e piccoli fori circolari per l’utilizzo di armi da fuoco. L’apparato murario, nel suo complesso, evoca vagamente la forma di una carena di nave. Un elemento distintivo è la maestosa torre cilindrica centrale, il “maschio”, risalente alla prima metà del XIV secolo e integrata nella linea di difesa esterna. La sua sommità è adornata da una corona di mensole tufacee, tipiche dell’architettura angioina. L’accesso originario era elevato, raggiungibile solo tramite scale retraibili, un ingegnoso sistema difensivo per impedire l’ingresso agli assalitori. Accanto, una torre angolare di dimensioni più modeste, ma di costruzione precedente, proteggeva la postierla, una piccola porta secondaria della fortezza.  

Attualmente di proprietà privata, il castello ha beneficiato di un’opera di restauro intrapresa agli inizi del terzo millennio dal Pr. Vincenzo R. L. Di Domenico di Biancavilla, con l’intento di riportarlo all’antico splendore. Sebbene alcune fonti menzionino segni di degrado dovuti ad abbandono e demolizioni post-sisma del 1984 , la fortezza continua a offrire un’imponente vista panoramica e testimonia secoli di consolidamenti e trasformazioni. Questa coesistenza di segni del tempo e di interventi di recupero aggiunge un livello di autenticità e profondità all’esperienza del visitatore, che può apprezzare sia la resilienza della struttura che gli sforzi dedicati alla sua conservazione.

Roccapipirozzi: un borgo tra tradizione e ospitalità

Intorno al castello si sviluppa il suggestivo borgo medievale di Roccapipirozzi, con le sue case dai muri spessi, serrate tra loro da stradine molto strette e ripide, e un sistema di percorsi a rampe che fungeva da “seconda cinta muraria” difensiva. È un luogo “incontaminato dall’impatto umano e immutato nel tempo”, le cui case, porte, vicoli e mura sono “scrigni di storie antiche e tradizioni preziose ancora da raccontare”.  

Il cuore pulsante dell’ospitalità locale è il progetto “Residenze Roccapipirozzi”, un innovativo “Albergo Diffuso” nato da un sogno familiare e dall’amore incondizionato per questa terra. L’iniziativa mira a recuperare l’antico borgo medievale, rivitalizzando le abitazioni storiche e creando una micro-destinazione turistica sostenibile. Offre l’opportunità unica di “vivere nel borgo e con il borgo”, assaporando il ritmo lento della vita rurale, lontano dalla frenesia quotidiana.  

Roccapipirozzi è anche protagonista di una curiosa e affettuosa espressione molisana: “Ma da dove arrivi? Da Roccapipirozzi?”. Questo detto, la cui origine rimane un mistero irrisolto, viene usato per indicare un luogo lontano o difficile da raggiungere, con una connotazione ironica ma profondamente affettuosa. Questo elemento di folklore aggiunge un tocco di umanità e curiosità al borgo, rendendolo ancora più unico e memorabile per i visitatori, che possono così connettersi con l’identità vivente del luogo. 

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